Era il 1° ottobre del 1969. Il futuro premio Nobel Dario Fo debuttò con la prima versione di quello che sarebbe diventato il capolavoro del teatro di narrazione: Mistero Buffo. Un atto unico composto da monologhi di ispirazione religiosa, riproposti in chiave fortemente satirica, concepito come una Giullarata popolare in una lingua inventata e onomatopeica, di ispirazione medievale e mescolata con i dialetti padani: il grammelot. Un’invenzione di straordinaria potenza teatrale. L’opera ebbe un successo popolare enorme, fu replicata migliaia di volte.

L'evento è un omaggio alla figura di Eugenio Allegri, attore e regista teatrale molto amato dalla città e in tutta Italia prematuramente scomparso nel 2022. Erede e maestro riconosciuto della Commedia dell’Arte, ha contribuito con il suo lavoro trentennale a tramandarne la cultura alle nuove generazioni, attraverso gli spettacoli e l’insegnamento.

L’ingresso è libero su prenotazione; durante la serata la cooperativa Artquarium raccoglierà fondi a sostegno della creazione dell’archivio Allegri, per la quale è attiva anche una campagna di crowdfunding su Eppela.

“Un viaggio nella cultura popolare nel Medioevo, vissuta e raccontata dal popolo stesso, in opposizione alla storia ufficiale. - racconta Martelli - In questo contesto “il giullare”, l’attore girovago, era il giornale parlato del popolo. Viaggiando di paese in paese, di città in città, demistificava il sacro e il potere, utilizzando l’arma del riso e del grottesco. E questo fin dal Medioevo: per questo “Mistero Buffo non è una novità”. Fa parte della cultura europea da secoli. Ed in questo senso Fo recupera anche una delle pochissime tradizioni autentiche del teatro italiano. Ora Dario Fo non c'è più ma il suo lascito, politico, teatrale e culturale è inossidabile e la sua eredità viaggia nel futuro, oltrepassando i secoli”.

Archivissima 2023: Mistero Buffo

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