Le ultime notizie parlano chiaro: l'esperimento britannico sulla settimana corta è stato un grande successo. Su 61 aziende coinvolte, il 92% ha deciso di continuare con l'iniziativa.

A pesare sulla decisione: i ricavi invariati (anzi, aumentati in alcuni casi dell'1,4%) oltre alla diminuzione dei giorni di malattia e delle dimissioni.

E i dipendenti?

Il 15% ha dichiarato che per nessuna cifra tornerebbe ai cinque giorni lavorativi, grazie ai comprovati benefici psicofisici e nella gestione della propria vita privata.

In un momento storico in cui le HR di un'azienda cercano modalità nuove di talent attraction e retention - soprattutto verso le nuove generazioni che chiedono a gran voce flessibilità lavorative e attenzione al work life balance - la "settimana corta lavorativa" può diventare un importante asset strategico.

Non solo. Dopo anni difficili, anche rafforzare l'engagement della propria popolazione aziendale, diventa un obiettivo primario.

Se sei arrivat* a leggere fino a qui, ti starai chiedendo: bene, da dove partire e quali declinazioni possibili?

Lunedì 27 marzo Rosario Carnovale e Federico Bianchi di Smartworking srl insieme alla legal advisor Paola Salazar, ti diranno finalmente tutto ciò che gli HR vogliono sapere:

- Da dove partire?

- Quali possibili declinazioni (a livello di orario o di giorni) è possibile immaginare?

- Come ci vengono in aiuto la Legge e la Contrattazione Collettiva?

- È possibile fare accordi individuali personalizzati?

- Quale gestione possibile in caso di filiali o sedi distaccate?

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Settimana Corta: come applicarla nella tua azienda

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