Le chiamiamo “bufale”, “balle”, “controinformazione” o, da un po’ di tempo in qua, “fake news”.
Sono notizie false, a volte create apposta da qualcuno interessato a fregarci, o semplicemente storielle curiose con un fondo di verità: dai coccodrilli che escon fuori dalla doccia ai microchip impiantati nel cervello, compreso tanto marketing del finto benessere così come della cattiva politica. Eppure le bufale sono sempre esistite, e non abbiamo avuto bisogno di Facebook o di un’immagine creata dall’Intelligenza artificiale per credere che sia stato Nerone a bruciare Roma.
Perché? Perché siamo umani, troppo umani: cerchiamo consolazioni, viviamo di emozioni e crediamo nelle favole.
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